8 albe, progetto fondato da Dimora delle Balze, è una rassegna di arte contemporanea, con cadenza annuale che svilupperà tre aree tematiche principali: la natura, il tempo e il mondo onirico. Con la realizzazione di itinerari espositivi, proiezioni video e conferenze organizzate in collaborazione con entità ogni volta diverse, la rassegna d’arte contemporanea esplorerà, di anno in anno, le tre tematiche principali, tutte strettamente connesse al luogo in cui nasce questo progetto e alla sua composizione naturale.
Affidata alla curatela di Carolina Ciuti – curatrice d’arte contemporanea esperta in video e direttrice della succursale spagnola della rivista digitale exibart – la prima edizione approfondirà i concetti di ‘parentela’ e ‘convivenza’ tra specie diverse, a partire dalle relazioni spaziali e temporali che si generano in modo più o meno inaspettato tra mondo animale e vegetale.
Il titolo prende spunto dalla teoria dei quattro elementi di Empedocle di Agrigento, secondo cui la natura non può avere un solo elemento costituente, ma bensì quattro radici: acqua, aria, terra, fuoco. Secondo questa teoria, tutti i cambiamenti che avvengono in natura sono dovuti al mescolarsi e al separarsi delle quattro radici. In altre parole, sia il mondo animale, che quello vegetale o minerale, sono composti da una diversa aggregazione di questi elementi. In un’epoca caratterizzata dal cambiamento climatico, ricordare (e rivendicare!) questa origine (o radice) comune diventa dunque un atto necessario. Così come il farsi responsabili di questa parentela comune universale (to make kin).
Dimora delle Balze è una tenuta del 1800 in cui il tempo sembra non essere trascorso. La struttura si trova nella Sicilia Orientale, sull’altipiano degli Iblei, in una estesa vallata di 27 ettari a pochi chilometri da Palazzolo Acreide, città della Val di Noto riconosciuta nel 2002 dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità. Il luogo in cui sorge la struttura è intriso di storia: un antico portone conduce verso un giardino in cui si trovano alcuni resti appartenenti alla vecchia architettura e delle panchine poste sotto un pergolato retto da colonne classiche restaurate, con affaccio sulla Valle e sul fiume Manghisi.
SS287, km 6/3 – Noto (SR)