8 Albe è un festival annuale di arte contemporanea che si sviluppa nella Sicilia orientale; il nome è un omaggio al sito naturale che circonda questa zona, profondamente preziosa per la sua biodiversità. Le prime due edizioni, entrambe curate da Carolina Ciuti, sono state dedicate ad alcuni elementi della terra, con l’intento di sollevare in modo onirico la problematica che sta emergendo nell’ecosistema. La terza edizione è curata da Lucia Pietroiusti, responsabile del dipartimento di ecologia presso la Serpentine di Londra. Curatrice, programmatrice lavora all’incrocio tra arte, ecologia e sistemi, spesso al di fuori dello spazio espositivo tradizionale.
La prima edizione aveva come obiettivo l’esplorazione dei concetti di parentela e coesistenza tra diverse specie, a partire dalle relazioni spaziali e temporali che si instaurano tra il mondo animale, vegetale e minerale. Il titolo si ispirava alla teoria dei quattro elementi di Empedocle di Agrigento, secondo la quale la natura non può avere un solo elemento costitutivo, ma piuttosto quattro radici: acqua, aria, terra e fuoco. Secondo questa teoria, tutti i cambiamenti che si verificano in natura sono dovuti al mescolarsi e separarsi di queste quattro radici. In un’epoca segnata dal cambiamento climatico, ricordare e rivendicare questa origine o radice comune diventa dunque un atto necessario. Così come lo è il farsi carico di questa parentela universale condivisa.
La seconda edizione si è concentrata sul Pianeta Blu e sulla sua salute, di fondamentale importanza, in quanto rappresenta un tema che intreccia questioni ambientali, sociali e politiche di grande urgenza. L’oceano è un potente simbolo di interconnessione globale, che influenza il cambiamento climatico, la biodiversità e quindi il funzionamento delle economie mondiali. Attraverso l’arte è possibile esplorare le relazioni profonde tra l’umanità e questo fragile ecosistema.
La terza edizione, “Tramonti: Cosmogonie e Fine dei Mondi”, esplora attraverso le opere la ciclicità tra inizi e fini del mondo come processi di trasformazione della Terra. Le proiezioni riflettono sull’incapacità del linguaggio di contenere le crisi ecologiche e sociali, proponendo una visione in cui ogni fine è parte di un ciclo continuo di mutamento.
La rassegna ha collaborato con Fondazioni come TBA21 Thyssen-Bornemisza Art Contemporary, In Between Art Film, Collezione Lemaitre e con artisti come Jonathas de Andrade, Anna Dot, Rachel Rose, Basim Magdy, Johanna Billing, Fito Conesa, Camille Henrot, Lina Lapelyte, Agneszka Polska.
Il progetto è completamente sostenuto da Dimora delle Balze.